L’Associazione SmartLab Europe festeggia gli ErasmusDays2021

Il video racconta e documenta l’interessante e partecipato seminario in presenza che si è svolto il 15 ottobre 2021 presso l’Università G. d’Annunzio di Chieti, nell’aula magna della Facoltà di Lettere.

Il Seminario “I Gruppi di lettura in Europa: condividere esperienze per l’inclusione e la partecipazione sociale”, promosso dall’Università G. d’Annunzio – Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali e dall’Associazione Culturale SmartLab Europe (Pescara) in collaborazione con l’Unità Nazionale EPALE Italia ha aderito alla quinta edizione degli #ErasmusDays collocandosi tra i 300 eventi organizzati su tutto il territorio nazionale. https://www.erasmusdays.eu/event/semi…

Annarita Bini, Presidente dell’Associazione SmartLab Europe, Ambasciatrice Epale e Ambasciatrice della lettura del CEPEL, in maniera chiara e puntuale, è intervenuta con un prezioso contributo occupandosi della presentazione del progetto Erasmus + ”Eu-Reading Circles”. Il progetto, cofinanziato dall’Unione Europea, riguarda un partenariato strategico composto da università, biblioteche e associazioni di 5 paesi europei (Italia, Francia, Polonia, Grecia, Spagna) e vede coinvolti due partner abruzzesi: il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università G. d’Annunzio Chieti-Pescara e l’Associazione Culturale SmartLab Europe di Pescara.

per vedere il video https://youtu.be/BzjcNHufU8Y

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ErasmusDays 2021

Dal 14 al 16 ottobre 2021 prendono il via, con oltre 5000 eventi programmati in 82 paesi del mondo, gli #Erasmusdays, tre giornate dedicate alla celebrazione del Programma Erasmus+.

Il Seminario “I Gruppi di lettura in Europa: condividere esperienze per l’inclusione e la partecipazione sociale”, promosso dall’Università G. d’Annunzio – Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali e dall’Associazione Culturale SmartLab Europe (Pescara) in collaborazione con EPALE ( Electronic Platform for Adult Learning in Europe), si colloca tra i 300 eventi organizzati su tutto il territorio nazionale.

L’incontro, che si terrà venerdì 15 ottobre 2021 dalle ore 16.30 presso l’Aula Magna di Lettere – Campus di Chieti, è finalizzato alla presentazione dell’progetto Erasmus+ “EU-Reading Circles” e degli esiti dell’indagine svolta in Abruzzo sull’esperienza dei Gruppi di lettura attivi sul territorio regionale.

Per lo sviluppo del progetto, cofinanziato dall’Unione Europea e concepito con l’obiettivo di incrementare negli adulti le competenze di literacy e le abilità comunicative e sociali indispensabili per l’esercizio della cittadinanza attiva e l’integrazione, è attivo un partenariato composto da università, biblioteche e associazioni di 5 paesi europei: Italia, Francia, Polonia, Grecia, Spagna.

SEMINARIO “EU – READING CIRCLES”

Il 15 ottobre 2021 ore 16.30 presso l’Aula Magna di Lettere – Università degli Studi G. d’Annunzio Chieti si terrà il seminario “Eu-Reading Circles” promosso dall’Università G. d’Annunzio -Dip. di Lettere, Arti e Scienze Sociali e dall’Ass. SmartLab Europe in collaborazione con EPALE Italia.

L’incontro è finalizzato alla presentazione dell’omonimo progetto Erasmus+ e degli esiti dell’indagine svolta in Abruzzo sulla presenza dei Gruppi di lettura.

https://www.erasmusdays.eu/event/seminario-eu-reading-circles/

Lungo petalo di mare di Isabel Allende

Presso il ristorante Il diavolo e l’acqua santa a Colle Renazzo a Pescara i lettori del Club del Libro “Lassù in collina e…. della crostata a bicarbonato” il 30 luglio 2021 parleranno di “Lungo petalo di mare“, l’ultimo romanzo di Isabel Allende.

Per info e poter  partecipare occorre contattare Laura  laurabertolissi@gmail.com

INCIPIT

Il piccolo soldato apparteneva alla Quinta del Biberón, la leva dei ragazzini reclutati quando ormai non erano più rimasti né giovani né vecchi per la guerra. Víctor Dalmau accolse lui e gli altri feriti che senza molti riguardi, a causa della fretta, vennero estratti dal vagone merci e poi distesi come fasci di legna sulle stuoie che ricoprivano la pavimentazione di cemento e pietra della Estación del Norte ad attendere che altri veicoli li trasportassero negli ospedali dell’Esercito dell’Est. Era immobile, con l’espressione tranquilla di chi ha visto gli angeli e non teme più nulla. Chissà per quanti giorni era stato sballottato da una barella all’altra, da una stazione di posta all’altra, da un’ambulanza all’altra, fino ad arrivare in Catalogna su quel treno. Alla stazione c’erano diversi medici, sanitari e infermiere che accoglievano i soldati, mandavano subito i casi più gravi all’ospedale e smistavano gli altri a seconda delle ferite riportate – gruppo A le braccia, B le gambe, C la testa e così via in ordine alfabetico – e li indirizzavano con un cartello appeso al collo al luogo corrispondente. I feriti giungevano a centinaia; bisognava fare diagnosi e prendere decisioni nel giro di pochi minuti, ma il trambusto e la confusione erano solo apparenti. Tutti venivano presi in carico, tutti ricevevano assistenza. Chi era destinato in chirurgia veniva portato al vecchio edificio dell’ospedale Sant Andreu a Manresa, quelli che avevano bisogno di essere ricoverati venivano mandati in altri centri, e c’era anche chi era meglio che fosse lasciato dove stava, perché non si poteva fare più nulla per lui. Le volontarie inumidivano le labbra dei feriti, parlavano loro a bassa voce e li cullavano come fossero i propri figli, sapendo che da qualche altra parte c’era un’altra donna a confortare il loro figlio o il loro fratello. Più tardi i barellieri li avrebbero portati al deposito cadaveri. Il piccolo soldato aveva un buco nel petto e, dopo averlo visitato velocemente senza riuscire a sentirgli il polso, il medico stabilì che era troppo tardi per qualunque tipo di intervento e che non aveva nemmeno più bisogno di morfina né di conforto. Al fronte gli avevano coperto la ferita con uno straccio, l’avevano protetta con un piatto di ottone a rovescio e lo avevano fasciato con una benda, il tutto già da diverse ore o diversi giorni o diversi treni, impossibile saperlo. Dalmau si trovava lì per assistere i medici; avrebbe dovuto obbedire all’ordine di lasciar perdere il ragazzino per dedicarsi al ferito successivo, ma pensò che se era sopravvissuto al trauma, all’emorragia e a tutti quegli spostamenti fino ad arrivare a quella banchina della stazione, la sua voglia di vivere doveva essere molta ed era un peccato che si fosse arreso alla morte proprio all’ultimo momento. Rimosse con cura lo straccio e constatò meravigliato che la ferita aperta era pulita come se gliela avessero disegnata sul petto. Non riuscì a spiegarsi come il colpo avesse distrutto le costole e parte dello sterno senza spappolare il cuore. Nei quasi tre anni di esperienza durante la Guerra civile di Spagna, prima sui fronti di Madrid e Teruel e poi all’ospedale di evacuazione, a Manresa, Víctor Dalmau credeva di aver visto di tutto e di essere diventato immune dalle sofferenze altrui, ma non aveva mai visto palpitare un cuore dal vivo. Affascinato, osservò gli ultimi battiti, sempre più lenti e irregolari, fino a che non si fermarono del tutto e il piccolo soldato morì senza nemmeno emettere un sospiro. Per un breve istante Dalmau rimase immobile a contemplare la cavità rossa dove ormai non batteva più nulla. Fra tutti i ricordi della guerra, questo sarebbe stato il più vivido e ricorrente: il ragazzo di quindici o sedici anni, ancora imberbe, sporco di guerra e di sangue secco, disteso su una stuoia con il cuore in bella vista. Non sarebbe mai riuscito a spiegarsi per quale motivo decise di introdurre tre dita della mano destra nella spaventosa ferita, di avvolgere l’organo e di comprimerlo varie volte, in modo ritmico, con calma e naturalezza, per un lasso di tempo impossibile da ricordare, forse trenta secondi, forse un’eternità. E allora sentì che il cuore tornava a palpitare tra le sue dita, all’inizio con un tremito quasi impercettibile e poco dopo con forza e regolarità. “Ragazzo mio, se non lo avessi visto con i miei occhi, non ci avrei mai creduto,” disse in tono solenne uno dei medici che si era avvicinato senza che Dalmau se ne fosse accorto. Poi chiamò i barellieri urlando e ordinò loro di portare via il ferito il più in fretta possibile, perché era un caso speciale. “Dove ha imparato questa manovra?” domandò a Dalmau, non appena i barellieri si furono portati via il piccolo soldato, cereo ma vivo. Víctor Dalmau, che era di poche parole, in due frasi lo informò che era riuscito a frequentare tre anni di Medicina a Barcellona prima di partire per il fronte come ausiliare sanitario. “Dove l’ha imparata?” ripeté il medico. “Da nessuna parte, ma ho pensato che tanto non c’era niente da perdere…”

Allende, Isabel (2021-01-06T22:58:59). Lungo petalo di mare (Italian Edition) . Feltrinelli Editore. Edizione del Kindle.

Nuovo appuntamento del Silvi Book Club

Il prossimo appuntamento del Silvi Book Club è previsto per mercoledì 21 Luglio 2021 ore 17.30 presso il Villino Massacesi a Silvi.

Il romanzo scelto è “Il colore dei pensieri” di Arturo Bernava.

La partecipazione è possibile  previa comunicazione  a gabriellaserafini79@gmail.com

La disciplina di Penelope e il venditore di felicità. Ne parliamo al Gruppo di lettura

Il  Gruppo di lettura “Parole in Giardino” si incontra Giovedì 25 Marzo  alle ore 18.00 sulla piattaforma GMeet per parlare del romanzo La disciplina di Penelope di Gianrico Carofiglio e  dell’albo illustrato “Il venditore di felicità” di Davide Calì.

La disciplina di Penelope di Gianrico Carofiglio

Trama

Penelope si sveglia nella casa di uno sconosciuto, dopo l’ennesima notte sprecata. Va via silenziosa e solitaria, attraverso le strade livide dell’autunno milanese. ​​Faceva il pubblico ministero, poi un misterioso incidente ha messo drammaticamente fine alla sua carriera. Un giorno si presenta da lei un uomo che è stato indagato per l’omicidio della moglie. Il procedimento si è concluso con l’archiviazione ma non ha cancellato i terribili sospetti da cui era sorto. L’uomo le chiede di occuparsi del caso, per recuperare l’onore perduto, per sapere cosa rispondere alla sua bambina quando, diventata grande, chiederà della madre. ​​Penelope, dopo un iniziale rifiuto, si lascia convincere dall’insistenza di un suo vecchio amico, cronista di nera. ​​Comincia così un’appassionante investigazione che si snoda fra vie sconosciute della città e ricordi di una vita che non torna. ​​Con questo romanzo – ritmato da una scrittura che non lascia scampo – Gianrico Carofiglio ci consegna una figura femminile dai tratti epici. Una donna durissima e fragile, carica di rabbia e di dolente umanità. ​​Un personaggio che rimane a lungo nel cuore, ben oltre l’ultima pagina del sorprendente finale.

INCIPIT

Finalmente il suo respiro si fece regolare. Inspirava dal naso ed espirava da un lato della bocca, come un piccolo strumento a mantice. Non era rumoroso; non troppo, non come altri almeno. In condizioni diverse – in una vita diversa – sarebbe stato addirittura possibile dormirci insieme. Pensai per qualche istante a tutti gli altri; ai suoni grotteschi, quasi caricaturali che alcuni facevano dopo essere sprofondati in un sonno faticoso. Mi venne in mente un libro che era a casa della nonna. Il Paese della Ninna Nanna. Mi ricordavo benissimo le illustrazioni – disegni del passato, il libro era degli anni Trenta – e solo confusamente la storia. C’era una specie di mago che spargeva una polverina per fare addormentare il piccolo protagonista, un bambino con un buffo pigiama a tutina. Che bello sarebbe stato averlo ancora, quel libro. Tornare a casa, sfogliarlo come facevo da bambina quando dormivo dalla nonna, quando lei c’era, quando non era in viaggio. Addormentarmi immaginando che l’uomo del sonno, con la sua polverina magica, arrivasse anche da me. Addormentarmi spensierata. Tanta gente rimane quasi paralizzata quando le domandi a bruciapelo di esprimere un desiderio. Invece se lo chiedessero a me non avrei né dubbi né esitazioni: tornare a addormentarmi come da bambina, a casa di nonna Penelope.

 

 

Appuntamento con Mario Pomilio nel centenario della sua nascita

Il Gruppo di lettura Silvi Book Club si è incontrato per leggere e parlare di

“La compromissione” di Mario Pomilio, romanzo vincitore del premio Campiello nel 1965.

TRAMA

Teramo, 1948. Marco Berardi, giovane professore di liceo e segretario della sezione locale del partito socialista, è fidanzato con Amelia, di famiglia ricca e cattolica, che accetta di buon grado idee diverse dalle sue. Dopo una storica e pesante sconfitta alle elezioni politiche, Marco comincia a dubitare delle sue convinzioni e in questa confusione il padre di Amelia lo convince a un matrimonio religioso, cosa che la ragazza considera una viltà per gli ideali di Marco. La coppia condurrà in ogni caso una vita agiata ma priva dell’armonia di un tempo. Quando Amelia perde il bambino che aspettava, i due restano insieme, tristi e incapaci di offrirsi un amore riconciliato, fino a quando Marco sprofonderà nell’autodisprezzo. Il romanzo, vincitore del premio Campiello nel 1965, impose Pomilio fra più importanti romanzieri del secondo dopoguerra, e letto oggi ha qualcosa di importante da dirci sui rischi che si annidano dietro i compromessi della vita e le scelte trasformistiche.

INCIPIT

L’avevo accettato volentieri, quel pomeriggio, l’incarico di portare il saluto del partito. Ora però davanti al microfono avevo a un tratto paura, e non tanto della piccola folla adunata sotto il balcone, ma del vuoto che scorgevo alle sue spalle e di quella città silenziosa, così indifferente al nostro comizio. Improvvisavo. Ma parlavo senza difficoltà, sebbene le parole mi venissero prive di calore. La colpa, senza dubbio, era del microfono. Come al solito, davanti al microfono mi sentivo disorientato: mi strappava via la voce senza che io potessi controllarla: come quando si parla a orecchie chiuse, o a occhi chiusi, che qualcosa toglie ogni concretezza a quel che si dice. Durò cinque, dieci minuti. Era poco? Ma in comizi del genere era sempre meglio dir poco che troppo, specie coi comunisti lì presenti, così sensibili alle minime sfumature del linguaggio, così pronti a captare ogni infrazione alle loro parole d’ordine.

Pomilio, Mario. La compromissione (Italian Edition) (p.13). Bompiani. Edizione del Kindle.

ACCREDITAMENTO ERASMUS+ SETTORE EDUCAZIONE ADULTI

ACCREDITAMENTO ERASMUS+
L’Associazione SmartLab Europe ha ottenuto l’Accreditamento Erasmus+ nel settore Educazione degli adulti, valido per il periodo 2021-2027, classificandosi al 14esimo posto su 131 candidature presentate.
L’ACCREDITAMENTO è una novità per il settore e fa parte della nuova Azione Chiave 1 del Programma Erasmus 2021-2027 a sostegno della mobilità internazionale dello staff impegnato nell’Educazione degli Adulti.
Si tratta di un traguardo importante per un’ Associazione, presente da poco sul territorio abruzzese, ma già gratificata da due precedenti Progetti Erasmus+ realizzati e in fase di realizzazione.
L’Associazione  SmartLab Europe vede così premiato l’impegno che l’ha portata all’elaborazione di un piano volto a realizzare attività di qualità per la mobilità e che le permetterà di accedere in modo semplificato allo svolgimento di periodi di formazione e di Job Shadowing all’estero.
Per lo staff questa sarà una grande opportunità di confronto e di formazione in prospettiva europea per scoprire nuovi orizzonti e realizzare nuove opportunità in un settore che merita la massima attenzione.
Attraverso le progettazioni che verranno realizzate si espliciterà la volontà di perseguire gli obiettivi dell’ Agenda 2030 e di impegnarsi nella grande sfida di promuovere concretamente il Lifelong Learning.
#Erasmus+ #Epale-Educazione adulti.

“La terra degli uomini integri – Vita di Thomas Sankara” di Antonio Gentile

“La terra degli uomini integri”di Antonio Gentile è un libro profondo, che fa crescere, allarga gli orizzonti sulla politica estera e sulle conseguenze del colonialismo.
 L’autore Antonio Gentile ha conosciuto Thomas Sankara  attraverso un reportage del giornalista Silvestro Montanaro intitolato “e quel giorno uccisero la felicità”.
Thomas Sankara è un uomo illuminato, sensibile, colto che  porta anche la donna al centro della sua politica.
Nel libro l’autore fa citazioni di molti libri importanti ( più di una volta cita il poeta tedesco Novalis) su tematiche quali amicizia, formazione, musica, scuola, politica, economia  e riporta anche  incontri realmente avvenuti con Federico Caffè, Marco Pannella, Fidel Castro, il sociologo svizzero Jean  Ziegler.
Thomas Sankara leggeva molto, anzi “divorava” i libri. Quando muore assassinato  gli unici possessi che trovano nella sua casa  sono soltanto i libri.
È un libro che può essere letto da tutti, ragazzi, giovani, meno giovani perché ci mostra il sistema di valori che  Sankara aveva come faro nella sua vita personale e politica.
Parla dell’ingiustizia del mondo in cui viviamo anche negli stessi Stati occidentali:tutte le masse sfruttate nel mondo sono comprese nelle sue minoranze.
Punta molto sugli studenti universitari e su coloro che possiedono la conoscenza, questi infatti  possono aiutare a condividere il sapere e la  visione del mondo che può essere così promossa nel mondo del volontariato e dei giovani. (Laura)

Incipit

Il cambiamento non è possibile senza una dose di follia. Ci sono voluti i pazzi di ieri per voltare le spalle alle vecchie formule. Voglio essere uno di quei pazzi e avere il coraggio di inventare il futuro. Ventisei anni dopo, con una pistola puntata alla tempia, il ricordo di quel torrido mattino di settembre avrebbe attraversato la mente di Thomas per l’ultima volta. Il padre era tornato a casa e aveva abbracciato la madre fino a sollevarla da terra. «La nostra vita sta per cambiare!» aveva urlato. Poi si era sbottonato l’uniforme e aveva messo a soqquadro la casa, afferrando qualsiasi cosa assomigliasse a una valigia. Thomas era rimasto immobile, sullo spiazzo fangoso. Aveva osservato la scena senza fiatare. Il cuore gli era rimbalzato fino in gola. Poi aveva appoggiato la palla di pezza sul selciato e ci si era accovacciato sopra. Un colpo di vento aveva sparpagliato un’enorme nuvola rossa lungo le strade del villaggio.

Gentile, Antonio. La terra degli uomini integri (Italian Edition) (p.8). La Corte Editore. Edizione del Kindle.

Conferenza finale del Progetto europeo Tesori Rurali

In via di conclusione il Progetto europeo Erasmus+ “Tesori Rurali – L’impresa sociale cuore dello sviluppo rurale” con la Conferenza finale che si terrà su piattaforma digitale venerdì 12 Marzo 2021 ore 14.00 con il seguente programma:

Friday, 12th March 2021

Time: 14:00 to 15:30 CET

14:00 to 14:15 Welcome (Arnita Gaiduka – Azote)

14:15 to 14:30; Introduction to Final Conference (Arnita Gaiduka – Azote)

  • Introduction to Final Conference (Arnita Gaiduka – Azote)
  • Presentation of the project «Rural Treasure» (Arnita Gaiduka – Azote)

14:30 to 15:15; 

  • Presentation of best practices in Social Entrepreneurship from Latvia, Czech Republic and Spain (Arnita Gaiduka – Azote, Gabriela Vlckova – GLAFKA, Anca Dudau – La Punta Bajamar Avanzando, Çağlar Çelik Gebze Halk Egitimi Merkezi)

 15:15 to 15:20;

  • Speech entitled «Valorizing Rural Treasures» from Italy – Association SmartLab Europe, Annarita Bini  and   Jump, Erika Gerardini 

15:20 to 15:30; Questions and discussion

15:30; End of the Final Conference

Per seguire i lavori della conferenza ( in lingua Inglese) occorre registrarsi al seguente link

https://bit.ly/3qAyEARC