Il Gruppo “Parole in Giardino” si incontra su WeSchool

L’emergenza sanitaria per il coronavirus non ha fermato il desiderio di incontrarsi e di condividere il piacere della lettura.

Il Gruppo di Lettura «Parole in Giardino»  ha trovato spazio sulle piattaforme digitali: prima sulla piattaforma Zoom e attualmente su WeSchool.

Il Gruppo si incontra sulla piattaforma WeSchool e  si trova naturalmente ad  appassionarsi, ad esprimere emozioni, a raccontare le proprie impressioni e a confrontare i punti di vista. I libri offrono come sempre spunti di riflessione e aprono la discussione su tematiche coinvolgenti.

Per un caso fortuito gli autori dei due romanzi  sono due professori.

Un vivo ringraziamento va a Enrico Galiano che ha messo a disposizione gratuitamente  il suo romanzo “Eppure cadiamo felici” nell’ambito della Campagna #iostoacsasa (con un libro) con questa lettera ai lettori.

Abbiamo tutti paura.

Diciamolo, non nascondiamoci. Non abbiamo paura di dire che abbiamo paura.

Perché ricordiamocelo sempre che la paura è buona quando ti fa ricordare quanto è prezioso quello che avevi tutti i giorni sotto gli occhi e di cui non ti accorgevi.

Ti può anche dare forza, la paura. Ti può tenere vivo.

E mentre ci troviamo in questo silenzio e in questo vuoto, forse possiamo ricordarci di fare quello che non riusciamo mai a fare. E leggere è una di quelle cose. Forse la prima.

Così, con il mio editore, abbiamo pensato una cosa. Un piccolo regalo, l’ebook gratuito di Eppure cadiamo felici. Una cosa da niente, ma magari può servire a farvi compa- gnia, in questi giorni un po’ così. Ad abbracciarvi, anche se da lontano.

Perché non so voi, sarà che sono un po’ un romantico o che ne so, ma mi sembra quasi che non siamo mai stati così vicini, come in questo stare lontani.

Enrico

 

DANTEDÌ – LA PRIMA EDIZIONE CON LETTURE DEL SOMMO POETA

 Il 25 Marzo  è la  data che gli studiosi hanno individuato come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia. Oggi, quindi, si celebrerà per la prima volta il Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri recentemente istituita dal Governo.

www.beniculturali.it/dantedì

Poiché Dante è il simbolo della cultura e della lingua italiana nel mondo, in questo momento difficile accogliamo questa proposta e rileggiamo anche noi  i versi che amiamo di più.

La nostra proposta è il canto XXVI dell’Inferno, uno de canti  più  amati da tutte le generazioni  e  che oggi, in un momento così difficile della nostra esistenza, ci invita a non arrenderci, ma a seguir “virtute e canoscenza”.

Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande
che per mare e per terra batti l’ali,
e per lo ‘nferno tuo nome si spande!3

Tra li ladron trovai cinque cotali
tuoi cittadini onde mi ven vergogna,
e tu in grande orranza non ne sali.6

Ma se presso al mattin del ver si sogna,
tu sentirai, di qua da picciol tempo,
di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna.9

E se già fosse, non saria per tempo.
Così foss’ei, da che pur esser dee!
ché più mi graverà, com’ più m’attempo.12

Noi ci partimmo, e su per le scalee
che n’avea fatto iborni a scender pria,
rimontò ’l duca mio e trasse mee;15

e proseguendo la solinga via,
tra le schegge e tra ’ rocchi de lo scoglio
lo piè sanza la man non si spedia.18

Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio
quando drizzo la mente a ciò ch’io vidi,
e più lo ’ngegno affreno ch’i’ non soglio,21

perché non corra che virtù nol guidi;
sì che, se stella bona o miglior cosa
m’ ha dato ’l ben, ch’io stessi nol m’invidi.24

Quante ’l villan ch’al poggio si riposa,
nel tempo che colui che ’l mondo schiara
la faccia sua a noi tien meno ascosa,27

come la mosca cede a la zanzara,
vede lucciole giù per la vallea,
forse colà dov’e’ vendemmia e ara:30

di tante fiamme tutta risplendea
l’ottava bolgia, sì com’io m’accorsi
tosto che fui là ’ve ’l fondo parea.33

E qual colui che si vengiò con li orsi
vide ’l carro d’Elia al dipartire,
quando i cavalli al cielo erti levorsi,36

che nol potea sì con li occhi seguire,
ch’el vedesse altro che la fiamma sola,
sì come nuvoletta, in sù salire:39

tal si move ciascuna per la gola
del fosso, ché nessuna mostra ’l furto,
e ogne fiamma un peccatore invola.42

Io stava sovra ’l ponte a veder surto,
sì che s’io non avessi un ronchion preso,
caduto sarei giù sanz’esser urto.45

E ’l duca, che mi vide tanto atteso,
disse: “Dentro dai fuochi son li spirti;
catun si fascia di quel ch’elli è inceso”.48

“Maestro mio”, rispuos’io, “per udirti
son io più certo; ma già m’era avviso
che così fosse, e già voleva dirti:51

chi è ’n quel foco che vien sì diviso
di sopra, che par surger de la pira
dov’Eteòcle col fratel fu miso?”.54

Rispuose a me: “Là dentro si martira
Ulisse e Dïomede, e così insieme
a la vendetta vanno come a l’ira;57

e dentro da la lor fiamma si geme
l’agguato del caval che fé la porta
onde uscì de’ Romani il gentil seme.60

Piangevisi entro l’arte per che, morta,
Deïdamìa ancor si duol d’Achille,
e del Palladio pena vi si porta”.63

“S’ei posson dentro da quelle faville
parlar”, diss’io, “maestro, assai ten priego
e ripriego, che ’l priego vaglia mille,66

che non mi facci de l’attender niego
fin che la fiamma cornuta qua vegna;
vedi che del disio ver’ lei mi piego!”.69

Ed elli a me: “La tua preghiera è degna
di molta loda, e io però l’accetto;
ma fa che la tua lingua si sostegna.72

Lascia parlare a me, ch’i’ ho concetto
ciò che tu vuoi; ch’ei sarebbero schivi,
perch’e’ fuor greci, forse del tuo detto”.75

Poi che la fiamma fu venuta quivi
dove parve al mio duca tempo e loco,
in questa forma lui parlare audivi:78

“O voi che siete due dentro ad un foco,
s’io meritai di voi mentre ch’io vissi,
s’io meritai di voi assai o poco81

quando nel mondo li alti versi scrissi,
non vi movete; ma l’un di voi dica
dove, per lui, perduto a morir gissi”.84

Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando,
pur come quella cui vento affatica;87

indi la cima qua e là menando,
come fosse la lingua che parlasse,
gittò voce di fuori e disse: “Quando90

mi diparti’ da Circe, che sottrasse
me più d’un anno là presso a Gaeta,
prima che sì Enëa la nomasse,93

né dolcezza di figlio, né la pieta
del vecchio padre, né ’l debito amore
lo qual dovea Penelopè far lieta,96

vincer potero dentro a me l’ardore
ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore;99

ma misi me per l’alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto.102

L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna,
fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi,
e l’altre che quel mare intorno bagna.105

Io e’ compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
dov’Ercule segnò li suoi riguardi108

acciò che l’uom più oltre non si metta;
da la man destra mi lasciai Sibilia,
da l’altra già m’avea lasciata Setta.111

“O frati,” dissi, “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia114

d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.117

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza“.120

Li miei compagni fec’io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;123

e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.126

Tutte le stelle già de l’altro polo
vedea la notte, e ’l nostro tanto basso,
che non surgëa fuor del marin suolo.129

Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che ‘ntrati eravam ne l’alto passo,132

quando n’apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avëa alcuna.135

Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
ché de la nova terra un turbo nacque
e percosse del legno il primo canto.138

Tre volte il fé girar con tutte l’acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com’altrui piacque,141

infin che ’l mar fu sovra noi richiuso”.

Uno speciale 14 febbraio all’insegna dell’apprendimento permanente

Uno speciale 14 febbraio ha visto gremita la sala Tinozzi della Provincia di Pescara per il seminario sull’educazione degli adulti “Studia da adulto, diventa grande”, organizzato dall’Istituto Aterno-Manthoné, dal CPIA (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti) Pescara-Chieti, e dall’Associazione culturale “SmartLab Europe” con il sostegno di EPALE Italia (Electronic Platform for Adult Learning in Europe) e con la collaborazione del CSV ( Centro Servizi per il Volontariato) di Pescara.

Dopo i saluti istituzionali molteplici sono stati gli interventi e le testimonianze di studenti del Corso serale, del CPIA e della sezione Carceraria di Pescara.

Sono intervenute: Mariadaniela Sfarra, docente percorso 2° livello ITS  Aterno-Manthonè Pescara e ambasciatrice Epale per l’Abruzzo, Marina Di Crescenzo, docente e referente scuola  serale e sede carceraria Its Aterno- Manthonè Pescara, Claudia Di Marzio, collaboratore DS – referente sede carceraria Cpia Pescara Chieti, Annarita Bini, presidente associazione SmartLab Europe e ambasciatrice Epale Abruzzo.

Apprendere per tutta la vita rappresenta la nuova frontiera della cittadinanza. Tale priorità, al  centro della strategia politica dell’Unione europea,  è stata  ampiamente illustrata da Annarita Bini che ha  sintetizzato anche   le varie tappe del processo favorito dall’Unione Europea nei confronti dell’educazione degli adulti.

Annarita Bini ha sottolineato l’importanza dell’apprendimento  che non avviene solo nei percorsi formativi istituzionali della scuola, ma anche  prendendo parte alle attività di organizzazioni o gruppi della società civile e partecipando  a pratiche di condivisione con altri membri del gruppo professionale o amicale in contesti reali e virtuali. L’individuo, secondo il sociologo Etienne Wenger, è un “praticante di comunità” e, quindi, un “cittadino di apprendimento”. In tale ottica  l’apprendimento risulta  l’attività che rende  responsabile l’individuo  verso la comunità in cui vive e opera.

L e associazioni culturali  possono essere considerate come   organizzazioni che, con il loro fare, elaborano cultura ed attivano al proprio interno significativi processi di apprendimento per i propri associati, seguendo il modello delle Comunità di Pratica.

Infine sono intervenute Maria Teresa Caccavale e  Gabriella Russo, ambasciatrici Epale Abruzzo che hanno illustrato la Piattaforma e i molteplici servizi in essa contenuti.

Workshop sull’Educazione degli Adulti a Pescara

Il 14 febbraio 2020 ore 16.00 – 18.30 presso il palazzo della Provincia di Pescara si terrà un workshop sull’educazione degli adulti, le politiche europee e il territorio organizzato dallIstituto Tecnico Statale Aterno-Manthonè di Pescara, il CPIA di Pescara-Chieti e l’Associazione Culturale SmartLab Europe.

L’evento  è promosso con il supporto dell’Unità EPALE Italia-INDIRE di Firenze.

Spuò registrare la propria  partecipazione al seguente link

 https://it.surveymonkey.com/r/pescaraepale

Dopo i saluti istituzionali sono previsti i seguenti interventi

Dalle politiche europee al territorio: Martina Blasi, Daniela Ermini, Unità EPALE

L’educazione degli adulti  nel percorso di 2° livello ITS Aterno Manthonè con il supporto di EPALE: MariaDaniela Sfarra, Docente e Ambasciatrice Epale Abruzzo

L’educazione degli adulti “ristretti” nella sezione carceraria ITS Aterno Manthonè: Marina Di Crescenzo, Docente e Referente Scuola serale e sede carceraria ITS  Aterno – Manthonè Pescara

L’educazione degli adulti dei CPIA di Pescara-Chieti e delle sezioni carcerarie : Claudia Di Marzio, Collaboratore DS – Referente sede carceraria CPIA Pescara

L’educazione non formale: dalle politiche europee ai territori: Annarita Bini, Presidente Associazione SmartLab Europe e Ambasciatrice Epale Abruzzo

Il ruolo degli Ambasciatori sul territorio: Maria Teresa Caccavale, Gabriella Russo, Ambasciatrici Epale Abruzzo

Testimonianze di studenti ed ex studenti del Serale, dei CPIA e della sezione carceraria